L’altro giorno sono uscita, il sacchetto dell’umido in una mano e neanche 100m per arrivare ai cassonetti.
Sono uscita, senza giubbotto.
C’era un sole bellissimo, alto e caldo.
I susini sotto casa sono diventati rosa.
Pensavo ad una giornata normale, dove magari sarei tornata dalla stazione a piedi passando per i giardini invece che prendendo il bus.
Santa Maria Novella sotto i raggi dorati sarebbe stata ancora più bella e la campanella delle 13.10 ancora più attesa, perché dalla finestra avremmo visto il cielo chiaro e non nuvole grigie.
Ci stiamo perdendo la fine di un inverno mai arrivato.
Ci stiamo perdendo l’inizio della primavera ma quando potremo festeggiare sarà e saremo due volte primavera.
Adesso prendiamoci queste giornate lente e infinite.
E non perché il sole sta iniziando a scendere più tardi.
Mette gatti in ogni sua storia ma non ha mai avuto un gatto, gioca a basket ma non fa mai canestro, fa il classico ma odia latino e greco. Sara ama farsi descrivere come contraddizione vivente ma le sue storie mettono tutti d’accordo. È la Greta Thunberg di Calenzano e nella vita precedente era un polpo.